COMUNICATO
VECCHIANO - Da qualche settimana un gruppo di cittadini del comune di Vecchiano ha costituito un comitato per protestare conto l’installazione di un’antenna per telefonia mobile gsm/umts TELECOM in Via del Paduletto nel paese di Vecchiano.
L'opposizione del nostro comitato contro l’impianto di questo tipo di antenne non è cieca e generica. Pensiamo infatti che il progresso tecnologico sia importante e ovviamente tutti riconosciamo l'utilità del telefono cellulare.
Ci sono però vari motivi per dissentire dalla collocazione di questo ripetitore.
In primo luogo, vorremmo far presente di non essere stati avvisati in modo opportuno dall’amministrazione comunale che ha lasciato che sapessimo dell’impianto in modo del tutto fortuito: abbiamo appreso dell’antenna direttamente dagli operai che vi lavoravano. Così nel giro di qualche settimana, a pochi metri dalle nostre case , è "spuntata" un’antenna di 28 m, in barba alla trasparenza e alla partecipazione che dovrebbe ispirare i rapporti tra amministratori e cittadini.
Sappiamo bene che la legge non obbliga a interpellare la popolazione in merito ad impianti di questo genere. Ma ciò non significa che non dovremmo indignarci di non avere avuto voce in capitolo nella decisione, tanto più che esiste la legge regionale 69 che intende favorire la partecipazione della popolazione, rendendo più democratici i processi di gestione del territorio. Come si può pretendere, senza adeguate campagne educative, che la popolazione non protesti?
Seppur legale, il comportamento dell’amministrazione comunale ci è sembrato scorretto, anche perché essa non ha dato ai suoi cittadini informazioni preventive sul problema dell’elettrosmog, svolgendo i compiti di educazione ambientale che le competono, secondo il D.Lgs. 259/2003, la l.r. 54/2000 e la l. 36/2001.
All’indignazione nei confronti dell’operato della nostra amministrazione e di TELECOM, che hanno agito imponendoci la loro scelta, si unisce una seria preoccupazione per la salute di tutta la comunità, in particolare quella di bambini ed anziani.
Non sono indignazione e rabbia ad animare la nostra protesta, ma una preoccupazione che riteniamo legittima dal momento che l’antenna è stata issata a meno di 100 m da un asilo adiacente a Via Roma. Non solo, ancora più vicino c’è una casa di riposo per anziani; e a meno di 500 m è presente una scuola elementare.
Ci chiediamo, dunque, se non sia stata una scelta irresponsabile quella di posizionare il ripetitore vicino a queste "zone sensibili".
La legge stabilisce che l’esposizione massima ai campi elettromagnetici – prodotti da impianti per telefonia ed anche da normali elettrodomestici – non debba superare 6 V/m. L’amministrazione è sicura che questo limite cautelativo –severo rispetto a quello di altri paesi europei, ma comunque permissivo secondo alcuni studi, per es. Biol Iniziative Report ‘07 – sarà rispettato? Da quale intensità di campo elettromagnetico saranno investite le cosiddette "zone sensibili "?
Gli amministratori e i gestori telefonici hanno l’obbligo di minimizzare i rischi dell’esposizione ai campi elettromagnetici. La scelta di posizionare l’antenna all’ingresso della cava retrostante a Via del Paduletto è conforme a questo obbligo?
Come abitanti della zona, a noi pare una scelta strana dal momento che il ripetitore sorge sotto al medioevale santuario di S. Maria in Castello (bene archeologico), e per di più nei pressi di un pozzo idrico, cioè di un area sottoposta a vincolo idrogeologico.
Il tema dell’inquinamento elettromagnetico è molto dibattuto dalla comunità scientifica e purtroppo gli studi sull’argomento hanno risultati contradditori. Molte ricerche affidabili, accreditate ed indipendenti sulla nocività dell'esposizione ai campi elettromagnetici, raggiungono conclusioni sconfortanti. Perciò riteniamo che il nostro non sia allarmismo ingiustificato ma legittima preoccupazione.
Con la presente lettera vogliamo invitare opinione pubblica e autorità ad una seria riflessione, sia sul problema dell'elettrosmog che su quello del coinvolgimento della popolazione in merito all'utilizzo del territorio. Ma soprattutto vorremmo dimostrarci cittadini attivi, anche quando non siamo resi partecipi di decisioni che riguardano ciò che abbiamo di più caro: la salute.
Comitato La Fornace