Alla gentile attenzione di
Rodolfo Pardini
sindaco di Vecchiano
p.c quotidiani localiRodolfo Pardini
sindaco di Vecchiano
In merito all’articolo “La protesta silenziosa anti-ripetitore”, pubblicato sul quotidiano LA NAZIONE di venerdì 5 Novembre, il comitato cittadino La Fornace di Vecchiano desidera fare alcune puntualizzazioni.
Secondo il sindaco di Vecchiano, Rodolfo Pardini, «il problema dell’antenna semplicemente non è risolvibile dall’amministrazione comunale e la situazione diventa sempre più paradossale. Noi abbiamo dato tutte le informazioni standard necessarie più di due anni fa e nessuno all’epoca ha protestato.»
Il Comitato fa notare che due anni fa nessun cittadino ha protestato semplicemente perché nessun cittadino della zona conosceva il progetto dell’istallazione dell’antenna: evidentemente dare «tutte le informazioni standard» è cosa ben diversa dall’informare la popolazione in modo adeguato.
A nostro avviso si sarebbe dovuto coinvolgere la cittadinanza con mezzi che ne avrebbero permesso la partecipazione – obiettivo a cui invita, peraltro, la legge regionale 69/2007 sulla promozione della partecipazione all’elaborazione delle politiche regionali e locali. Pubblicare i documenti ufficiali, infatti, non basta ad informare.
Per quanto riguarda la scelta del sito, il sindaco afferma che «il Comune non ha assolutamente voce in capitolo e sono i tecnici della società che decidono dove sia la disposizione migliore per il segnale».
A tal proposito, ci risulta che i comuni possano dotarsi di un regolamento urbanistico che individua aree idonee e non idonee agli impianti. Non è obbligatorio averlo ma è sicuramente opportuno, dal momento che sul territorio ci sono quelle cosiddette “aree sensibili” – tutelate dalla legge quadro 36 del 2001 – che non possono essere ignorate dalle autorità, le quali dovrebbero – anzi, devono – tutelare la salute pubblica.
Il comune di Vecchiano non ha questo tipo di regolamento. Ciò non toglie che, prima di approvare il progetto di costruzione dell’antenna, gli amministratori avrebbero dovuto tenere di conto delle “aree sensibili” vicine a via del Paduletto (asilo e alla residenza per anziani).
E non solo. La zona scelta presenta molte altre problematiche: si tratta dell’ingresso di una cava che non è ancora stata messa in sicurezza; le abitazioni limitrofe patiscono l’attività di estrazione dell’acqua del vicino acquedotto; gli abitanti sono sottoposti all’influenza costante della sorgente elettromagnetica rappresentata dalla centralina per l’energia elettrica.
Detto questo, la scelta fatta ci sembra quantomeno poco oculata e ci chiediamo se è davvero possibile che le autorità comunali non abbiano la possibilità di esprimersi sull’uso che viene fatto del proprio territorio da terzi.
Le dichiarazioni del sindaco terminano precisando che «i Comuni che hanno provato a fermare la costruzione di questi ripetitori hanno ricevuto il rifiuto da parte del Tar e del Consiglio dei Ministri, con multe che il nostro Comune non può assolutamente permettersi».
Quei Comuni non hanno solamente tentato di tutelare la salute dei propri cittadini?
Dall’intera vicenda del ripetitore di via del Paduletto emerge che il problema non sta tanto nell’impedire, quanto di regolamentare la costruzione di antenne, accertando che certi impianti siano davvero indispensabili e minimizzando il rischio di esposizione della popolazione. A tal proposito, «i controlli di routine» effettuati da Arpat e Asl bastano a garantire la minimizzazione dell’esposizione ai Campi Elettromagnetici ad Alta Frequenza?
Interventi che vadano in questa direzione ci sembrano il minimo che un’amministrazione possa fare per dimostrare di avere a cuore la salute pubblica.
11 novembre 2010
il comitato
La Fornace
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